Riduzione di colina corticale nei disturbi di ansia

 

 

GIOVANNA REZZONI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 15 novembre 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

I disturbi d’ansia e da stress costituiscono una sofferenza individuale e un peso sociale che grava sulle società contemporanee: condizioni come il disturbo d’ansia generalizzato (GAD), il disturbo da panico (PD) e il disturbo d’ansia sociale (SAD) interessano potenzialmente tutti, anche solo in un breve periodo della vita, e negli USA riguardano attualmente il 30% degli adulti. Se consideriamo che una percentuale variante da paese a paese – e alta in Italia – non riceve trattamento e rimane nelle statistiche socio-epidemiologiche ma non rientra in quelle cliniche psichiatriche, e che una percentuale che varia dal 35 al 60% delle persone trattate non ottiene guarigione o remissione della sintomatologia, comprendiamo quanto sia importante la ricerca in questo campo.

Sono stati compiuti progressi decisivi nella comprensione della fisiopatologia e della patogenesi dei disturbi da stress acuto e cronico, soprattutto indagando il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e i rapporti tra stress cronico e patogenesi della depressione, ma rimangono da comprendere le numerose e varie ragioni che portano a sviluppare ansia e sintomi ansiosi persistenti. Un aspetto interessante è dato dalle modificazioni metaboliche, oltre che neurotrasmissive che accompagnano l’adattamento patologico all’ansia cronica e alla sintomatologia connessa, in quegli stati di sofferenza psichica che un tempo si descrivevano come nevrosi (psiconevrosi emozionali) e sindromi reattive, e che oggi si riportano in modo piuttosto forzato – per ragioni utilitaristiche – alle categorie del DSM-5.

I metodi per questo tipo di studi in vivo sul cervello umano hanno consentito la realizzazione di un certo numero di lavori, in genere ignorati o trascurati da neuroscienziati e psichiatri; ora Richard J. Maddock e Jason Smucny hanno realizzato una meta-analisi di questi studi, da cui è emerso un dato rilevante: nella corteccia delle persone affette da disturbi d’ansia sono drasticamente ridotti i composti contenenti colina.

(Maddock R. J. & Smucny J., Transdiagnostic reduction in cortical choline-containing compounds in anxiety disorders: a 1H-magnetic resonance spectroscopy meta-analysis. Molecular Psychiatry 30, 6020-6032, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Psychiatry and Behavioral Sciences, University of California, Davis, CA (USA).

Da 25 anni si conducono studi del cervello di pazienti affetti da disturbi d’ansia mediante spettroscopia protonica in risonanza magnetica strutturale (1H-MRS, da magnetic resonance imaging), ma non si è giunti a una sintesi interpretativa unanime dei risultati e, dunque, manca la definizione condivisa di alterazioni metaboliche caratterizzanti i disturbi d’ansia.

Richard J. Maddock e Jason Smucny hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi scientifica degli studi condotti mediante 1H-MRS su pazienti affetti da disturbo d’ansia sociale, disturbo d’ansia generalizzato e disturbo da panico, identificando 25 dataset pubblicati, che soddisfano i criteri di inclusione nel campione da meta-analizzare. La comparazione tra 370 pazienti e 342 soggetti volontari sani, ossia non affetti da patologie neurologiche o psichiatriche, ha riguardato i seguenti metaboliti: N-acetil-aspartato (NAA), colina totale (tCho), mio-inositolo, glutammato, glutammato + glutammina, GABA e lattato.

In tutti i disturbi d’ansia si è rilevata una riduzione significativa nella corteccia prefrontale e in tutte le altre regioni corticali della tCho, mentre l’NAA rimaneva a livelli normali nella corteccia prefrontale ed appariva ridotto nelle altre aree della corteccia. Queste anomalie metaboliche erano identiche in tutti e tre i disturbi d’ansia, e nessun altro dei metaboliti studiati presentava variazioni rilevanti.

Dunque, la riduzione dei composti contenenti colina nelle regioni corticali si può considerare un’anomalia coerente e trans-diagnostica nei disturbi d’ansia. In proposito, i due autori dello studio osservano nella discussione: i neuromodulatori associati all’allarme, inclusa la noradrenalina, alterano l’omeostasi dei fosfolipidi di membrana e le reazioni di metilazione, che influenzano i livelli della tCho nel cervello. Questo suggerisce che uno stato di allarme cronico, quale quello che accompagna i disturbi d’ansia, può accrescere la richiesta neurometabolica di composti della colina, senza un incremento proporzionale della ricaptazione cerebrale, con la conseguenza della riduzione dei livelli di tCho.

La riduzione di NAA nelle regioni diverse dalla corteccia prefrontale, dove l’acido acetil-aspartico rimane normale, suggerisce una sia pur lieve compromissione di funzioni neuroniche.

Concordiamo con gli autori di questa utile e precisa meta-analisi, quando affermano che studi futuri potranno chiarire il reale significato e valore clinico della riduzione della colina totale nella corteccia cerebrale affetta da disturbi d’ansia, e potranno valutare l’opportunità e l’efficacia della somministrazione terapeutica di supplementi di colina.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanna Rezzoni

BM&L-15 novembre 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.